Carissa Cabrera, Marine Conservation Biologist & Roxy Furman, Biologist and Wildlife Filmmaker
Cinematografia e tecnologia: un fantastico binomio narrativo
L'innovatrice Lenovo Roxy Furman condivide il modo in cui racconta le sue storie attraverso i suoi film e il ruolo della tecnologia nel processo.
Realizzare film è molto più che creare qualcosa di bello da vedere; si tratta infatti di raccontare storie che hanno il potere di generare cambiamenti. Non mi riferisco solo a quei film di attivisti che seguono uno schema rigido al fine di indurre ad agire per una causa specifica. Parlo, ad esempio, di un semplice film che racconta la vita di un animale e spinge qualcuno a innamorarsene, al punto di modificare per sempre il suo comportamento. Ecco perché la cinematografia naturalistica può essere uno strumento estremamente potente per la conservazione dell'ambiente.
Roxy in uno scatto naturalistico
Una speranza per la reintroduzione delle specie autoctone
Ho realizzato uno dei miei primi film con un paio di amici che hanno frequentato i miei stessi master in produzione cinematografica di temi naturalistici. Siamo andati nel Devon per alcuni giorni per filmare i primi castori presenti in Inghilterra in oltre 100 anni: questa è stata la prima reintroduzione legalmente autorizzata in Inghilterra di un mammifero autoctono estinto. Questo status legale è stato attribuito all'iconico castoro che ora risiede permanentemente nel fiume Otter nel Devon. Questa notizia è stata accolta con grande entusiasmo da molti animalisti ed è stata l'occasione perfetta per girare alcune riprese e condividere il successo di questo intervento di rinaturalizzazione.
I castori sono sempre stati presenti in Inghilterra, in Scozia e nel Galles, ma nel XVI secolo sono stati portati all'estinzione principalmente perché vittime della caccia per la pelliccia, la carne e il castoreo (una secrezione usata nei profumi, negli alimenti e nelle medicine). Durante il periodo della loro reintroduzione nel Devon nel 2008, ci sono state molte polemiche sulla loro presenza e sono sorte molte preoccupazioni sull'impatto che avrebbero avuto sulle infrastrutture dei territori vicini. Di conseguenza, nel 2015 è stato istituito il River Otter Beaver Trial del Devon Wildlife Trust per valutare l'impatto della loro reintroduzione. Questo studio durato 5 anni è stato un enorme successo e ha rivelato che la presenza dei castori, in realtà, ha migliorato l'ecologia del bacino idrografico nel Devon orientale, ha aumentato la biomassa dei pesci e ha migliorato la qualità dell'acqua, per non parlare dell'azione svolta dalle loro dighe per contrastare le inondazioni. Pertanto, nel 2020 è stato stabilito che potessero rimanere.
Storie come questa sono incredibilmente importanti da condividere perché in tutto il mondo gli esseri umani hanno causato una diminuzione, se non addirittura la scomparsa, della fauna selvatica dalla loro terra natia. A volte ciò è accaduto così tanto tempo fa che oggi gli abitanti di quelle aree hanno un'idea del tutto sbagliata di quelle specie, o ne hanno addirittura paura, ed è per questo che si oppongono alla loro reintroduzione. Il successo ottenuto con i castori fa sperare in una possibile reintroduzione anche di altre specie.
Eliminazione di stereotipi e confini
Un altro grande film che ho realizzato è "I Am Capable", l'ultimo per la mia laurea magistrale. I miei piani originali per questo film prevedevano un viaggio a Sumatra per raccontare una storia sul conflitto tra l'uomo e la natura. Tuttavia, la pandemia ha stravolto i miei piani. La mia laurea specialistica è stata rimandata e ho iniziato a lavorare per la casa di produzione Silverback Films.
Nel frattempo, mi sono ritrovata, come tanti altri, a ripensare a ciò che credevo di sapere. Ci siamo trovati improvvisamente a poter godere del tempo per sederci, imparare, disimparare e vedere il mondo da una prospettiva diversa. È stato durante quel periodo che mi sono davvero resa conto dell'ingiustizia radicale ancora presente nel mondo. Ed è per questo che le storie che volevo raccontare attraverso i film non erano più le stesse. In questo periodo è nata l'idea del mio nuovo film.
I Am Capable
"I Am Capable" è un film che racconta la storia di una giovane donna, Amira Patel, del Lake District che, dopo aver subito un'ingiustizia durante un'escursione nella campagna inglese, decide di fondare un proprio gruppo, Wanderlust Women, per creare uno spazio sicuro all'aperto per le donne musulmane.
In questo film, Amira è affiancata da altre due donne e per la prima volta si divertono a nuotare insieme nella natura. Qui possiamo assistere alla loro trasformazione dopo l'immersione nell'acqua fredda e vedere la loro forza e il loro coraggio nel contribuire ad abbattere stereotipi e barriere esistenti. Ancora oggi le persone appartenenti a minoranze etniche hanno dieci volte meno la possibilità di accedere agli spazi verdi nel Regno Unito senza incorrere in qualche problema. Ecco perché è di vitale importanza raccontare queste storie, sensibilizzare e incoraggiare le persone ad agire per rendere gli spazi all'aperto più accessibili e sicuri per tutti.
Maggiore consapevolezza delle minacce indotte dall'uomo
Per il mio film successivo, sono andata nell'Isola di Mull in Scozia per raccontare una storia sulle bellissime e simpaticissime lontre selvatiche che vivono qui nel Regno Unito. Oltre ad avere la fortuna di incontrare delle incredibili lontre selvatiche, ho anche collaborato con il Wild Otter Trust del Regno Unito per condividere il loro programma di reinserimento e sensibilizzare maggiormente sulle minacce a cui questa specie deve far fronte.
Dopo aver rischiato l'estinzione nel Regno Unito, la lontra è tornata ed è questa una delle nostre più grandi storie di successo sulla fauna selvatica fino a oggi. Tuttavia, negli ultimi anni, la lontra ha dovuto affrontare molte minacce da parte dell'uomo, tra cui la distruzione del suo habitat, la costruzione di strade, la caccia e la cattura da parte delle industrie ittiche, oltre al crescente uso di pesticidi che inquinano i corsi d'acqua. Una maggiore consapevolezza di queste minacce, oltre a far conoscere le organizzazioni che operano a difesa di questi animali, può servire non solo a diffondere il problema e dare loro una speranza, ma eventualmente anche a coinvolgere più persone.
La tecnologia per raccontare
Questi sono solo alcuni esempi delle storie che ho potuto raccontare negli ultimi due anni, ma c'è qualcosa che le unisce tutte: nessuna di esse sarebbe stata possibile senza l'uso della tecnologia. Dalla ricerca, alle riprese con più apparecchiature, al montaggio, alla gradazione del colore e alla distribuzione, la tecnologia ha sempre avuto un ruolo fondamentale in ogni fase del processo. Essa ha davvero trasformato la capacità di raccontare e condividere storie e dà una nuova speranza al futuro della conservazione delle specie.
Roxy che utilizza Lenovo Tech